Piattaforma di rigenerazione urbana e territoriale dal basso

Video storytelling – TRANSLUOGHI Esplorazioni

Video storytelling

TRANSLUOGHI Esplorazioni

Risalire ai caratteri identitari dei territori attraversati, raccogliendo e restituendo in video le storie degli abitanti e delle comunità.

Data: Agosto 2017

Partecipanti: Valeria Piras, Valeria La Mantia, Mariagiovanna Postorino, Tiziano Locci

Facilitatori: Dario Spinazzola, Cinzia Brambilla

Tutor: Rosa Lo Monte (Recollocal) – Alessia Rita Palermiti (Pensando Meridiano)

Coordinatore Output: Daniele De Stefano (RecollocalZap!)

 

 

Voci dal laboratorio

Processo    

Le attività specifiche del laboratorio di video storytelling si sono modellate su quelle generali della residenza.
Il laboratorio si è dunque mosso a partire dalle esplorazioni comuni dei territori, durante le quali il contatto e le relazioni instaurate con le comunità e con gli abitanti di Morigerati, Casaletto Spartano e Tortorella hanno rappresentato il centro della ricerca.
La successiva fase di brainstorming e (ri)scrittura collettiva ha, poi, consentito l’individuazione dei caratteri identitari dei luoghi attraversati.
Le tematiche emerse dalla riflessione in plenaria sono quindi diventate vere e proprie tracce narrative, che si sono tradotte in due diversi output video: una sintesi documentaristica, restituita alle comunità con una proiezione in piazza, al termine della residenza; e un’interpretazione dei paesaggi – anche umani – che hanno ospitato il gruppo, il cui processo di ideazione e realizzazione è riportato di seguito.

Output   

METODOLOGIA DI LAVORO
di Daniele De Stefano

Il laboratorio si è svolto principalmente in due fasi. La prima parte prettamente di esplorazione ha dato la possibilità ai partecipanti al laboratorio di video storytelling di conoscere, intervistare e visitare i luoghi del workshop.
Sono state effettuate interviste, fotografie ed esplorazioni dirette sul territorio di riferimento, prendendo contatti con le persone del luogo e scambiando con loro pareri e suggestioni sulle potenzialità delle comunità investite dall’indagine territoriale e sul loro futuro.
Da queste suggestioni si è potuto dare il via ad una fase di brainstorming a cura dei partecipanti, in cui si sono intrecciati gli elementi visuali raccolti, con i temi emersi nelle interviste. Il risultato è stato quello di avere una cassetta degli attrezzi tematici con la quale costruire uno script di un prodotto video completamente realizzato dai partecipanti.
Sono emersi diversi temi:

  • L’ACQUA inteso come elemento fondante e comune di tutte e 3 le comunità visitate. L’acqua che scorre sia in maniera superficiale ed ha dato vita anche in passato ad attività  basata sulla molitura, sia come elemento utile all’esplicazione delle attività giornaliere. L’acqua sotterranea che invece scorre e collega i 3 paesi in maniera fisica incentivando nel tempo la frequentazione delle persone tra i 3 paesi.
  • LA PIETRA intesa come elemento ambivalente, materiale e sociale. Materiale in quanto la pietra è strutturale e fondante dei 3 paesi e che in qualche misura ha contenuto l’espansione fisica degli insediamenti, ma anche concettuale in quanto alcuni elementi sociali della famiglia, delle relazioni sociali hanno subito una trasformazione molto lenta rispetto all’incedere del tempo e dei cambiamenti economici e sociali. Una sorta di adattamento culturale ben ponderato che ha portato questi paesi a essere meno propensi alle modificazioni dei propri costumi e modelli di vita. Proprio come una pietra che viene scalfita e modellata dal tempo, senza perdere la sua entità e la sua posizione.
  • ATTIVATORI DI COMUNITÀ  sono quelle persone abitanti dei luoghi che, in modo molto spesso volontaristico e sicuramente appassionato, presentano il proprio paese e la sua storia ai visitatori esterni. La loro conoscenza critica dei luoghi, delle persone, dei modelli culturali presenti sul territorio, danno la possibilità ai viaggiatori e ai visitatori, di avere una “chiave di lettura” per interpretare i fenomeni sociali, naturali e culturali che incontrano lungo il cammino. Sono vere e proprie guide, che a differenza dei promotori turistici, provano a far conoscere nel bene e nel male la realtà che circonda il visitatore, ingenerando in esso il senso critico, al di fuori del racconto ovattato e benevolo della promozione turistica tradizionale.
  • FUOCO inteso come elemento generativo di novità, di conoscenza, di idee. Gli attivatori di comunità hanno avuto la capacità di mettere in contatto realmente e in modo ideale i diversi abitanti delle 3 comunità innescando dibattiti, recuperando aneddoti storici, che spiegano in maniera molto chiara le motivazioni di alcuni atteggiamenti culturali sedimentati nei paesi. Il fuoco come notizia e novità che però si può propagare e può generare cambiamento sociale nel tempo attraverso l’incontro dei propri abitanti con gli stranieri.

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SCRIPT DEL VIDEO
Tre paesi e una comunità temporanea, quella di Transluoghi. E se è vero che si esplora con i cinque sensi, è con la mente che restituiamo il racconto della nostra esplorazione. Non realistiche istantanee ma simboliche percezioni dei luoghi. Un racconto dalle ambizioni concrete dentro il quale le esperienze si trasformano in immagini che, come l’acqua del fenomeno carsico, dal sottosuolo sgorgano in superficie. Il silenzio, l’immobilità, il buio, l’acqua che solo apparentemente ristagna. Elementi che più volte abbiamo incontrato durante l’esplorazione. Elementi che scossi e risvegliati dalla voce degli attivatori di comunità si fanno veicolo di rigenerazione. Allora il buio si trasforma in luce se si accende una torcia, poi un’altra e un’altra ancora. L’acqua prende a scorrere, dapprima piano, poi sempre più forte. Le voci si moltiplicano, le comunità restano immobili eppure si parlano.

Mariagiovanna Postorino ci racconta come è nata l’idea del video:
«Già durante i primi giorni di esplorazione, come gruppo ci siamo interrogati a vicenda su quali fossero le nostre impressioni. Ci siamo confrontati sulle tematiche principali da affrontare, abbiamo valutato quale dei linguaggi a nostra disposizione fosse più adeguato alla narrazione che eravamo interessati a portare alla luce. Abbiamo scelto lo spazio, un solo luogo, il luogo, quello che durante l’esplorazione ci ha segnati. Abbiamo scelto poche immagini per raccontare una storia.
Abbiamo scelto di parlare attraverso una simbologia immediata: le torce che nel buio si accendono in successione, a testimoniare il ritorno, la rinascita, la (ri)attivazione».