Piattaforma di rigenerazione urbana e territoriale dal basso

Processi – TRANSLUOGHI Esplorazioni

Processi

Rigenerazione urbana e design | TRANSLUOGHI Esplorazioni

Facilitare i processi di co-progettazione del laboratorio di public design e sperimentare interfacce digitali per abilitare processi collaborativi di nuova identità del paesaggio culturale.

Data: Agosto 2017

Tutor: Liviano Mariella (Recollocal, Jazzi, CivicWise), Daniele Bucci (SuperfluoCivicWiseOuiShare), Valeria Loreti (CivicWise)

Relatori: Francesco Previti (CivicWise)

 

 

Voci dal laboratorio

Processo    

Il workshop di processi nasceva dall’esigenza di progettare le iniziative di Transluoghi a lungo termine per allineare le aspettative del team con le proprie capacità e motivazioni.

Data la scarsa adesione di partecipanti non è stato possibile creare un laboratorio autonomo, quindi si è scelto di trasformare il workshop in un metalaboratorio per riflettere parallelamente su alcuni processi che stavano avvenendo all’interno degli altri laboratori, soprattutto nella fase di design, decision making e interazione prodotto/servizio del laboratorio di public design.

Il processo di design è stato guidato attraverso modalità iterative divergenti/convergenti:

  • In un primo momento ci siamo dedicati alla libera proposta di idee e questo ci ha portato ad individuare due principali filoni progettuali, ancora in forma poco definita e molto astratta.
  • Per scendere più in profondità rispetto alle idee emerse, senza darci limiti in una fase di apertura, abbiamo scelto di utilizzare il Disney method. È uno strumento che facilita la generazione e lo sviluppo delle idee, attraverso un processo che permette di dare concretezza alle intuizioni fino a trasformarle in progetti reali. L’attività è suddivisa in 3 diverse fasi, che permettono ai partecipanti di rapportarsi all’idea attraverso sguardi diversi: quello del sognatore, del realista e del critico. Guidando il processo in questo modo, cioè entrando nel ruolo suggerito, si riduce al minimo la possibilità di essere influenzati dai propri bias e di inibire il flusso creativo degli altri partecipanti.
  • A questa fase di produzione è seguita una fase di confronto e selezione del materiale raccolto  che ci ha condotti alla definizione del brief.
  • Abbiamo quindi iniziato a lavorare nel particolare sulle proposte di design, cioè i concept che sarebbero stati poi realizzati dai ragazzi del team di public design. È stata una nuova fase di apertura durante la quale ogni partecipante, individualmente, attraverso schizzi e brevi descrizioni ha composto delle schede di presentazione delle proprie idee.
  • La mattina successiva abbiamo adottato una tecnica chiamata Silent Museum, che consente ai partecipanti di mostrare le proprie idee progettuali e scegliere quelle migliori.

Abbiamo seguito le seguenti fasi:

    • Ognuno ha realizzato 1 scheda per ogni idea (per un max di 5 idee a persona) indicando: la descrizione funzionale, il contesto di installazione (Urbano/Rurale), dei disegni esplicativi.
    • Ogni scheda è stata appesa alla parete creando così un’esposizione di idee.
    • Attraverso un processo di dot voting (4 voti ciascuno) sono state scelte le proposte da realizzare durante il workshop.

 

Output   

Il laboratorio di processi, che ha accompagnato la co-progettazione degli elementi di design pubblico, si è sviluppato a partire da un’intensa fase di brainstorming, in cui ogni persona ha immaginato gli usi, la relazione con lo spazio, la fruizione del paesaggio e le forme. Questi passaggi complessi sono stati facilitati attraverso differenti strumenti del service design e del design thinking, arrivando, dalla generazione di progetti singoli, alla definizione di progetti collettivi, poi realizzati e costruiti.

I Coni Sensoriali sono l’output fisico del gruppo di design pubblico dell’edizione 2017 di TRANSLUOGHI. Sono stati installati nei luoghi di maggiore affluenza, dove si raccoglie un numero elevato di persone appartenenti alla comunità temporanea di turisti. L’intento è quello di generare nuovi flussi che si muovano da questi hub per esplorare il territorio circostante.
La morfologia degli elementi, prismi e coni, nasce dal primo Cono Sonoro, visto come genitore simbolico degli altri. Questa continuità è stata ispirata dal concetto di porchiatura, termine locale per definire il fenomeno di accestimento, cioè quando da un seme germogliano più piante. La coerenza geometrica e di senso rispetto all’elemento creato durante la prima edizione è fondamentale, infatti uno degli obiettivi è quello di creare una stratificazione storica dei diversi gruppi creativi che si susseguiranno nel progetto Transluoghi, dando vita a una nuova tradizione per le comunità temporanee.
Terre di Coni nasce da Morigerati ma vuole espandersi nei paesi circostanti per creare nuove relazioni e portare nuovo turismo lento che sia in grado di apprezzare la natura e la cultura rurale delle aree interne del basso Cilento.
Il progetto ha una componente fisica e una digitale.
L’esperienza fisica è rappresentata dai coni veri e propri che permettono di amplificare i sensi dell’esploratore, consentirgli di godere a pieno dell’esperienza momentanea sia in ambiente urbano che rurale.

L’esperienza digitale è accessibile attraverso dei link e dei QR code presenti in prossimità dei manufatti, e consente di ascoltare contenuti audio e visualizzare la mappa che indica la presenza sul territorio degli altri Coni Sensoriali, creando connessione fra i luoghi, i tempi, le persone, i territori, le professioni, le comunità stanziali e temporanee, lo spazio fisico e digitale.

La fase sperimentale dell’interfaccia digitale è stata pensata per dispositivi smartphone, e vuole essere un test per successivi sviluppi.

Questo è il link che racconta l’interfaccia digitale del progetto a cui rimandano i QR code.